Dal 26 al 29 novembre si è tenuto a Firenze il congresso nazionale dell’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri ricco di dibattiti, corsi teorico-pratici, tavole rotonde in varie sessioni che si sono succedute sui più svariati temi riguardanti allergia e asma.

Il quadro riassuntivo che emerge non è affatto roseo in quanto circa il 25% della popolazione italiana soffre di malattie allergiche, ma le risorse a disposizione vengono continuamente ridotte, mentre si aggrava l’impatto dell’inquinamento sulle malattie respiratorie.

Per noi pazienti una grande preoccupazione, condivisa anche dagli specialisti, riguarda il mancato aggiornamento delle tariffe dei rimborsi delle attività specialistiche che sono ferme al 1996 e rischiano di essere ulteriormente compresse dai finanziamenti del Sistema sanitario nazionale, considerati ormai insufficienti.

In pratica le attività svolte in ambito ambulatoriale di diagnostica non sono “pesate” adeguatamente da un punto di vista economico per cui non rispecchiano il reale costo delle prestazioni in termini di tempo e risorse impiegate. In ottica gestionale per un Ospedale tali prestazioni sono poco remunerative, quindi, poco o per nulla convenienti (sempre da un punto di vista strettamente economico).

Basterebbe rivedere i tariffari ed adeguarli in modo da garantire l’effettiva corrispondenza con il tipo di prestazione resa.

Per dare futuro all’allergologia nelle strutture Pubbliche (essenziali a garantire servizi che il Privato non è in grado di fare o scelga di non fare) bisogna passare anche dai conti economici (tanto più che sono in continua crescita il numero degli allergici, quindi la quantità delle prestazioni erogate).

Inoltre, secondo Riccardo Asero, Past President AAIITO, in questa situazione “i pazienti finiscono con l’essere inevitabilmente spinti verso il privato. Purtroppo le prospettive dell’allergologia pubblica non sono buone, non ci sono aperture per quanto riguarda posti di attività specialistica per esempio territoriale ambulatoriale e, a livello centrale, il Dm 70 prevede l’apertura di un centro ogni milione e mezzo di abitanti”.

 

Rimandiamo al servizio di Libero.it per un riassunto di altri contenuti del Congresso.