RINITE ALLERGICA

La rinite allergica è una patologia infiammatoria acuta e cronica a carico della mucosa nasale causata dalla liberazione di varie molecole, tra cui l’istamina, da parte dei mastociti in seguito al legame tra l’allergene e l’anticorpo IgE. Frequentemente il quadro clinico è accompagnato anche da sintomi oculari e pertanto si parla di rinocongiuntivite allergica.

La rinite allergica rappresenta l’affezione più comune a carico delle alte vie aeree. Benché possa verificarsi a tutte le età l’esordio è comune nel periodo puberale e comunque prima dei 20 anni. Tipica della rinite allergica è il profilo evolutivo, con periodi di remissione e riacutizzazione, specialmente nella forma stagionale con evidente peggioramento in primavera e miglioramento nei mesi invernali. Nel corso del tempo la gravità dei sintomi e il quantitativo di sensibilizzazioni che un soggetto presenta possono variare.

Il soggetto con allergia respiratoria produce anticorpi di classe IgE reattivi contro specifici allergeni inalatori. Quando il soggetto entra in contatto con l’allergene si scatena una reazione infiammatoria con vasodilatazione, aumento della produzione di muco e, nei soggetti anche asmatici, riduzione di calibro delle vie aeree inferiori mediata dalla liberazione di istamina da parte dei mastociti.

Gli allergeni possono essere suddivisi in perenni e stagionali (vedi tabella).

ALLERGENI STAGIONALI

ALLERGENI PERENNI

Pollini di erbe

Epiteli di animali (cane e gatto prevalentemente)

Graminacee

Acari della polvere

Artemisia e ambrosia (composite)

Spore e particelle di muffe

Parietaria

Pollini di alberi

Cipresso

Betulla (nocciolo, carpino, ontano)

Olivo (frassino)

Platano

I pollini sono sicuramente gli allergeni più conosciuti dalla popolazione generale. Qualunque soggetto allergico ha sicuramente notato come l’intensità dei sintomi vari in base alla stagione, all’annata e alle condizioni metereologiche. In particolare la concentrazione degli allergeni respiratori nell’aria, e quindi la possibilità di causare sintomi nei soggetti allergici, varia in base a:

  • Temperatura dell’aria e del terreno;
  • Irradiazione solare e pioggia;
  • Umidità;
  • Altitudine;
  • Umidità relativa;
  • Intervento umano (potatura, riduzione delle aeree verdi, rimboschimento, etc).

Molto spesso il soggetto è sensibilizzato ad alcuni tipi di allergeni, ma reagisce anche ad altri: è il caso delle cross-reazioni. Questo fenomeno è dovuto al fatto che la specifica sostanza verso cui si è sensibilizzati è contenuta in diverse pollini.

La fase acuta è caratterizzata da:

  • Senso di ostruzione nasale di grado variabile
  • Anosmia (perdita della capacità di percepire gli odori)
  • Starnutazioni in serie
  • Prurito nasale (spesso esteso al palato e alle congiuntive)
  • Idrorrea, cioè una secrezione sierosa, fluida e senza colore, emessa dalle ghiandole della mucosa nasale
  • Cefalea
  • Iperemia congiuntivale ( nei casi definiti di oculorinite allergica), con arrossamento degli occhi, prurito oculare e lacrimazione.

Quando la patologia si cronicizza l’ostruzione nasale può diventare più duratura e manifestarsi anche nei periodi intercritici. Spesso il paziente riferisce un’eccessiva sonnolenza diurna dovuta al fatto che il sonno notturno è frammentato da numerosi microrisvegli causati dall’ostruzione nasale e dall’infiammazione della mucosa nasale.

Per la diagnosi di questa condizione risultano fondamentali un’accurata anamnesi, incentrata sulle caratteristiche dei sintomi come la durata, la stagionalità, la risposta alla terapia empirica, la gravità e successivamente l’esecuzione degli Skin Prick Test. Questo accertamento di primo livello, economico, sicuro e di facile esecuzione permette di conoscere le sensibilizzazioni allergiche di un paziente inoculando nello strato superficiale della pelle minime quantità di allergene e osservando la comparsa di pomfi da paragonare al controllo positivo (istamina) e al controllo negativo (soluzione fisiologica). Una volta conosciute le sensibilizzazioni specifiche di ogni paziente si possono iniziare a mettere in pratica degli accorgimenti igienico-preventivi per limitare l’esposizione agli allergeni rilevati e iniziare una terapia sintomatica con antistaminico per controllare i sintomi.

Nei casi più complessi o ove non sia possibile eseguire i test cutanei è importante aiutarsi con la diagnostica di laboratorio effettuando il dosaggio delle IgE totali e specifiche (RAST). In questo modo è possibile anche evidenziare sensibilizzazioni a specifici allergeni a livello molecolare e quindi conoscere meglio il quadro complessivo del paziente. Nei casi ancora più complicati è possibile eseguire test più approfonditi (ISAC) andando a valutare l’intero pannello di allergeni noti per verificare tutte le sensibilizzazioni e rilevare le cross-reazioni.

In aggiunta, nei paziente con scarso controllo dei sintomi o in cui la sintomatologia persista da vari anni è utile effettuare una valutazione otorinolaringoiatrica ed un eventuale analisi delle cellule dell’epitelio nasale.

Spesso la rinite allergica può evolvere in asma e pertanto nei pazienti che presentano tosse secca e frequenti risvegli notturni è importante valutare la funzione respiratoria effettuando una spirometria.

La terapia sintomatica si basa sui farmaci antistaminici, di cui esistono varie formulazioni e principi attivi, che il paziente può assumere anche giornalmente nei periodi più critici o al bisogno nei momenti intercritici. Nei casi meno facili da controllare è possibile associare spray nasali cortisonici per ridurre l’infiammazione locale. Molto utili ma spesso sottovalutati, sono i lavaggi nasali con acqua marina o soluzione fisiologica: mediante questa manovra di semplice esecuzione si puliscono le cavità nasali dagli allergeni presenti. È bene quindi ricordare al paziente di eseguirli giornalmente e con accuratezza.

La terapia desensibilizzante o immunoterapia allergene specifica (AIT), comunemente definita “vaccino”, è l’unica terapia curativa presente al momento. Il concetto chiave alla base del vaccino per l’allergia è quello di generale nel paziente una tolleranza verso l’allergene mediante un’esposizione ad esso costante e duratura nel tempo. Esistono due vie di somministrazione dell’immunoterapia: la via sublinguale (giornaliera) e la via sottocutanea (a cadenza mensile solitamente). Per effettuare questa terapia è però necessario che sia ben chiaro quale sia l’allergene causale e che il paziente sia in grado di seguire attentamente la terapia (buona compliance alla terapia).

Gli effetti benefici di questa terapia sono stati dimostrati ampliamente; l’esecuzione del “vaccino” per 3 anni permette un miglior controllo dei sintomi per almeno 5 anni ed un successivo “richiamo” ne prolunga ulteriormente il beneficio.

Pagina realizzata grazie al contributo scientifico della dott.ssa Elena Penza e  del dott. Matteo Borro.