“Bisogna riscattare il concetto di mangiare, che non può essere relegato alla sola soddisfazione della fame che permette all’uomo di vivere.
L’anamnesi del passato rivela invece che alla ricerca del cibo sono legati secoli di storia con conquiste, guerre, riti magici , religioni, cultura, trasformazione dell’ambiente e tipicità dei territori. Quanti viaggi e vacanze si fanno per recarci ad assaggiare le specialità locali, che ci riportano in pace con noi stessi!
Nelle loro fumose e profumate cucine delle nostre nonne, donne di età diverse parlavano, si confidavano, si confrontavano in una sorta di psicoterapia di gruppo con riti, movimenti atavici e profumi che disponevano alla confidenza liberatoria. Un modo per ristabilire col cibo la stessa magia della mimica, della creatività , dell’emotività coinvolgendo tutti i nostri sensi come avviene a teatro frugando nel ricordo per trasformarlo in un profumato e saporito presente.
Vi prenderò per mano coinvolgendovi con la complicità del mortaio in marmo, capace di restituire i profumi delle piante aromatiche, catturati nell’olio appena franto dei nostri uliveti.”
Giancarlo Marabotti

 

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